Visto che l'estrazione e la
trasformazione delle risorse sono all'origine della metà delle emissioni totali
di gas a effetto serra e causa di oltre il 90 % della perdita di biodiversità e
dello stress idrico, il Green Deal
europeo ha
varato una strategia concertata per un'economia climaticamente neutra,
efficiente sotto il profilo delle risorse e competitiva. L'estensione dell'economia circolare anche agli operatori economici
tradizionali contribuirà in modo significativo al conseguimento della neutralità climatica entro il 2050 e
alla dissociazione della crescita
economica dall'uso delle risorse, garantendo nel contempo la competitività
a lungo termine dell'UE senza lasciare indietro nessuno.
Per concretizzare questa ambizione, l'UE deve accelerare la transizione verso un modello di crescita
rigenerativo che restituisca al pianeta più di quanto prenda, adoperandosi
a favore del mantenimento del consumo di
risorse entro i limiti del pianeta, e dunque deve fare il possibile per ridurre la sua impronta dei consumi e raddoppiare la percentuale di utilizzo dei
materiali circolari nel prossimo decennio.
Questa transizione progressiva, ma irreversibile, verso un sistema economico
sostenibile è un elemento imprescindibile della nuova strategia industriale dell'UE. Secondo uno studio recente, l'applicazione
dei principi dell'economia circolare nell'insieme dell'economia dell'UE
potrebbe aumentarne il PIL di un ulteriore 0,5 % entro il 2030, creando
circa 700 000 nuovi posti di lavoro.
Esiste un chiaro vantaggio commerciale anche per le singole imprese: le imprese
manifatturiere dell'UE destinano in media circa il 40 % della spesa
all'acquisto di materiali, i modelli a ciclo chiuso possono pertanto
incrementare la loro redditività, proteggendoli nel contempo dalle fluttuazioni
dei prezzi delle risorse.
Facendo leva sul mercato unico e
il potenziale delle tecnologie digitali, l'economia circolare può rafforzare la base industriale dell'UE
e favorire la creazione di imprese e
l'imprenditorialità tra le PMI. Modelli innovativi basati su una relazione
più stretta con i clienti, la personalizzazione di massa e l'economia
collaborativa e della partecipazione, e supportati dalle tecnologie digitali,
come l'Internet delle cose, i big data, la blockchain e l'intelligenza
artificiale, accelereranno non solo la circolarità ma anche la
dematerializzazione della nostra economia, consentendo all'Europa di ridurre la
dipendenza dalle materie prime.
Per quanto riguarda i cittadini, l'economia circolare fornirà prodotti di elevata qualità, funzionali, sicuri, efficienti e
economicamente accessibili, che durano più a lungo e sono concepiti per
essere riutilizzati, riparati o sottoposti a procedimenti di riciclaggio di
elevata qualità.
In particolare, i rifiuti delle apparecchiature
elettriche ed elettroniche continuano a costituire uno dei flussi di rifiuti in
più rapida crescita nell'UE, con un tasso annuale pari attualmente al 2 %.
Si stima che nell'UE meno del 40 % dei rifiuti elettronici sia riciclato. Si
verifica una perdita di valore quando i prodotti del tutto o in parte
funzionanti sono eliminati perché non si possono riparare, il software non è
più supportato o i materiali incorporati nei dispositivi non sono recuperati.
Circa due cittadini europei su tre vorrebbero poter utilizzare più a lungo i
dispositivi digitali che possiedono, purché le prestazioni non siano compromesse
in modo significativo.
Per far fronte a queste sfide, la
Commissione presenterà una "Iniziativa
per un'elettronica circolare" che ricorrerà a strumenti nuovi e
esistenti e promuoverà l'allungamento della durata di vita dei prodotti e
comprenderà, tra l'altro, le azioni seguenti:
- Misure di regolamentazione per
l'elettronica e le TIC, compresi i
telefoni cellulari, i tablet e i laptop a norma della direttiva sulla
progettazione ecocompatibile, in modo che i dispositivi siano progettati per
l'efficienza energetica e la durabilità, la riparabilità, la possibilità di upgrading, la manutenzione, il
riutilizzo e il riciclaggio.
- Particolare attenzione sarà rivolta alle
TIC in quanto settore prioritario in cui
concretizzare il "diritto alla riparazione" includendovi il
diritto di aggiornare i software obsoleti;
- Misure di regolamentazione per i caricabatterie dei telefoni cellulari e i
dispositivi analoghi, ivi compresi l'introduzione
di un caricabatterie universale, il rafforzamento della durabilità dei cavi
di ricarica e incentivi per separare l'acquisto dei caricabatterie
dall'acquisto di nuovi dispositivi;
- Miglioramento della raccolta e del
trattamento dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche, anche esaminando la possibilità di istituire a livello di UE un sistema di resa per
restituire o rivendere telefoni cellulari, tablet e caricabatterie usati;
- Riesame delle norme dell'UE sulle restrizioni dell'uso di sostanze pericolose
nelle apparecchiature elettriche ed elettroniche e elaborazione di orientamenti per migliorare la coerenza
con la legislazione applicabile, tra cui la direttiva sulla progettazione ecocompatibile e il regolamento REACH (Regolamento (CE) n. 1907/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 18 dicembre 2006, concernente la registrazione, la valutazione, l'autorizzazione e la restrizione delle sostanze chimiche (REACH), che istituisce un'Agenzia europea per le sostanze chimiche (GU L 396 del 30.12.2006, pag. 1)
Il testo della Comunicazione è disponibile in questo sito.