Lo scorso 19 marzo, Edo Ronchi, in qualità di Presidente della
Circular Economy Network (CEN) , la rete promossa dalla Fondazione per lo
sviluppo sostenibile e da 14 aziende e associazioni di impresa, e Roberto
Morabito, Direttore del Dipartimento di Sostenibilità dei Sistemi Produttivi e Territoriali
dell’ENEA, hanno presentato in diretta streaming il Rapporto nazionale sull’Economia
Circolare 2020.
Il tema trattato è di grande valore strategico per l’Italia,
dal punto di vista ambientale ed economico, specie in vista del recepimento di
un pacchetto di nuove direttive europee e del lancio di un vasto programma
europeo di Green Deal. Si è evidenziato il ruolo decisivo di economia circolare
e bioeconomia nella lotta ai cambiamenti climatici e nella salvaguardia del
capitale naturale, esaminando quali sono le barriere e le potenzialità per il
loro sviluppo.
Quanto emerge dal Rapporto presentato è che ogni abitante
del nostro Pianeta utilizza più di 11000 kg di materiali all’anno e che questo
consumo cresce ad un ritmo doppio rispetto alla popolazione mondiale. La
soluzione a questo problema si chiama economia circolare: materiali e oggetti
che possono essere utilizzati e riciclati più e più volte.
Tra le cinque
principali economie europee, l’Italia conferma il suo primato nella classifica
per indice di circolarità, il valore attribuito secondo il grado di uso
efficiente delle risorse in cinque categorie: produzione, consumo, gestione dei
rifiuti, mercato delle materie prime seconde, investimenti e occupazione. Tuttavia,
il nostro Paese è penalizzato dalla scarsità degli investimenti, che si traduce
in carenza di ecoinnovazione, e da problematiche sul fronte normativo.
Il
Rapporto si conclude dunque sottolineando la necessità di un intervento sistemico per la
realizzazione di infrastrutture e impianti, auspicando maggiori investimenti
nell’innovazione e, soprattutto, nuovi strumenti di governance efficaci, quali
l’Agenzia Nazionale per l’Economia Circolare.